CHE COS’È LA CELIACHIA?
Il Ministero della Salute ha classificato la celiachia come una patologia cronica (ossia permanente). Il termine celiachia deriva dal greco koiliakós che vuol dire addome; infatti chi ne soffre avverte dei fastidi all’addome dopo aver ingerito il glutine.
COME RICONOSCERLA IN TEMPO
Solitamente assimiliamo il pianto dei neonati alle solite coliche; ma pancia gonfia e dolori addominali potrebbero presagire piuttosto la presenza di un’intolleranza e non conviene, affatto, sottovalutare le cause che stanno alla base delle sofferenze dei più piccini. Una sintomatologia simile è provocata dall’intolleranza al lattosio; tuttavia i neonati nutriti con latte materno sono meno predisposti a sviluppare la celiachia (il latte materno è in grado di rinforzare le difese immunitarie). Altri sintomi annoverati, che si sviluppano con la crescita,
sono la diarrea persistente, debolezza, inappetenza ed irritabilità. Negli ultimi anni, sono sempre di più gli anziani coinvolti in questa condizione e, questi soggetti tendono a non accettare o comprendere i rischi legati a questa patologia (spesso i sintomi sono assenti o si presentano in maniera tardiva). Un ruolo determinante è, dunque, offerto dalla famiglia: i parenti possono creare un clima confortevole e aiutare l’anziano a formulare una tabella chiara sui prodotti da evitare; tuttavia, come si nota in questi casi, una diagnosi precoce risulta fondamentale.
DIAGNOSI
Attualmente è possibile diagnosticare la celiachia attraverso esami sierologici (prelievi del sangue) per verificare la presenza di specifici anticorpi e biopsia intestinale. È importante anche ricordare che la maggior parte delle persone affette da tale sintomatologia non è automaticamente celiaca: spetta al medico valutare e sottoporre il paziente a specifiche diagnosi ed evitare molti test improvvisati o fasulli.
TERAPIA
Al giorno d’oggi non esiste alcuna terapia, se non quella di escludere dalla propria dieta il glutine e tutti gli alimenti che lo contengono. L’AIC (Associazioni Italiana Celiachia) ha realizzato una classificazione chiamata “ABC della dieta dei celiaci” in cui suddivide gli alimenti in:
– ALIMENTI PERMESSI (in cui il glutine è sicuramente assente);
– ALIMENTI A RISCHIO (dove è possibile la presenza di glutine, anche solo per contaminazione);
– ALIMENTI VIETATI (in cui il glutine è sempre presente). Perfino noi ci siamo ispirati a questa classificazione ed è possibile trovare informazioni a riguardo nella nostra sezione notizie.
CONCLUSIONE
È importante, per la persona celiaca, adattare la propria alimentazione; in caso contrario i sintomi non solo continueranno a persistere ma ci sarà un alto rischio di sviluppare complicazioni. È importante, tuttavia, ricordare che il glutine costituisce un rischio solo se ingerito e non se inalato. Inoltre, la celiachia costituisce un ostacolo solo se non curata. Un celiaco che segue attentamente la dieta senza glutine è considerato al pari di una persona non celiaca e può tranquillamente perfino donare il proprio sangue.
–CONSIGLI PER L’ACQUISTO DI PRODOTTI SENZA GLUTINE
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