INTESTINO SECONDO CERVELLO
Una teoria oggi molto in voga è quella “dei due cervelli”. Secondo tale teoria, basata su solide basi scientifiche, molto del nostro benessere psicologico dipende dalle nostre sensazioni a livello fisico. Esiste, infatti, una profonda connessione tra il cervello e l’intestino: i due organi non svolgono solo importanti funzioni separatamente; ma si relazionano tra loro, influenzandosi reciprocamente. Ecco perché quando l’intestino soffre, noi ne risentiamo anche a livello psichico e viceversa. Un esempio di questo genere è stato reso evidente nel corso della quarantena: durante il lockdown si sono prodotti effetti come abitudini alimentari disfunzionali che hanno avuto come conseguenza un aumento di ansia e stress, dovuto alla perdita del controllo sul cibo ingerito, e queste, a loro volta, hanno caratterizzato disfunzioni e sintomi a livelli intestinali anche gravi (i sintomi più evidenti, nella maggior parte dei casi, comprendevano gonfiore addominale, colite e dissenteria).
L’intestino è, infatti, un organo capace di avere un grande impatto sulla salute. Questo avviene, perché è in grado di elaborare ed assorbire le emozioni in una sorta di “memoria intestinale” ed in condizioni normali stimola la crescita dei batteri, che di solito vivono in condizioni di equilibrio con il nostro organismo (tale stato è noto come eubiosi) e ciò produce numerose azioni benefiche. Tuttavia, in situazioni di eccessiva crescita di questi batteri si determina squilibri (disbiosi) che possono essere connessi a tutta una serie di patologie.
Un valido aiuto nella prevenzione di uno stato di disbiosi è sicuramente dato dall’attenzione all’alimentazione: un intestino sano ci può rendere davvero più felici ed è, a questo proposito che, il cibo senza glutine può essere considerato un valido aiuto. Solitamente, questo genere di alimento viene ingerito da persone che hanno difficoltà a digerire questa particolare proteina, un classico esempio è rappresentato dai celiaci; ma sono inclusi nell’elenco anche coloro che soffrono di sensibilità al glutine e coloro che sono allergici al frumento. Molti di loro, attraverso una dieta rigorosa sono riusciti a ritrovare un benessere fisico, vivere felici e, anche, a prevenire diverse malattie o problematiche come:
- Problemi alla tiroide, presenti nelle persone che tardivamente diagnosticano la celiachia e sono perciò esposte al glutine per più tempo. È questo uno dei motivi per cui è fondamentale rivolgersi a specialisti ed effettuare tempestivamente gli esami necessari.
- Problemi al fegato, molti dottori consigliano al paziente con problemi al fegato di effettuare test per verificare la presenza dell’intolleranza al glutine. Nel caso ci sia, l’adozione di una dieta senza glutine potrebbe migliorare la situazione (in molti casi per osservare una regressione dei sintomi la dieta senza glutine dev’essere eseguita per almeno 6 mesi).
- Diabete, si sviluppa nel corso della vita e numerosi studi hanno dimostrato collegamenti con la celiachia. Un’alimentazione senza glutine potrebbe aiutare questo genere di persone poiché molti cibi senza glutine sono a basso indice glicemico.
- Malattia autoimmune (tipo il lupus eritematoso sistemico) dove esiste una stretta relazione tra alimentazione e patologia.
- Le malattie della pelle (tipo psoriasi), spesso connessa all’assunzione di glutine.
- Forme di epatite infiammatoria che, quasi sempre, regrediscono in seguito all’adozione di una dieta senza glutine. Se ne parla ancora troppo poco; ma il collegamento tra una buona situazione intestinale ed il resto dell’organismo è ormai un dato evidente e certo ed agire tempestivamente può solo comportare ulteriori benefici
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